op-collab-2021

Vi parlo dell’associazione OneParent: sostegno per famiglie monogenitoriali

Avete idee di quello che significhi essere un genitore separato?

Forse, se non lo avete vissuto sulla vostra pelle, potete solo provare a immaginarlo. Quasi certamente riuscite a visualizzare l’affanno del tempo ridotto al lumicino, l’ansia di un’agenda fittissima che, tra lavoro e genitorialità, aggiunge più impegni di quanti sia in grado di cancellarne. E forse potete anche riuscire a empatizzare con l’idea della solitudine che ti attanaglia in tarda serata, quando il peso delle responsabilità e degli impegni si mostra in tutta la sua gravosità e senza alcun sostegno su cui fare leva. Forse riuscite a immaginarlo, ma, credetemi, ci sono sensazioni che possono essere realmente comprese solo se le hai vissute sulla tua pelle.

Genitori separati: vi racconto la mia esperienza

Sono una donna lavoratrice. E sono una mamma separata di due splendide gemelle. Anzi, sono prima di tutto una mamma. E sono anche una donna che lavora. Sono due status symbol, due modi di configurarmi nel mondo di cui sono sempre stata immensamente fiera. Ma se andiamo oltre ciò che sembra, è facile scrutare ciò che, apparentemente, resta nell’ombra. Per quanto mi riguarda, mi viene fin troppo semplice ricordare i primi tempi dopo la rottura con mio marito, quelli in cui ho iniziato a realizzare di essere sola.

Certo, non fisicamente, perché le mie piccole, i miei gioielli, mi lasciano ben poco margine per soffrire la solitudine. Ciò di cui vi sto parlando, però, è un tipo di solitudine ben più profondo. Vi parlo di quella solitudine propria di chi sa di avere enormi responsabilità e nessuna mano protesa verso di sé.

La solitudine di chi vorrebbe lasciarsi andare, anche solo per qualche ora, riprendere fiato, ma sa di non poterselo permettere. Cosa fai in questi casi? Come ne esci? Ovvio: chiedendo aiuto.

Associazione OneParent: quella luce nelle tenebre

È stato questa la circostanza che mi ha spinto a cercare un supporto, un modo per scrollarmi di dosso quel senso di abbandono, qualcosa che fosse in grado di sorreggermi, almeno un po’.

E così, quasi inevitabilmente, mi sono imbattuta in una community OneParent, di cui mai avevo sentito parlare prima.

Dal 2012, come associazione di promozione sociale, supporta iniziative a sostegno della mono-genitorialità.

OneParent è nata nel 2012 con l’intento di promuovere iniziative a sostegno della mono-genitorialità. Semplice, no? No.

Per me – e per chi ha vissuto la mia stessa situazione – anche solo realizzare che la propria condizione è vissuta anche da altri, comprendere che esistono persone accomunate dal tuo stesso destino, suona come una rivelazione straordinaria.

Basterebbe questa assunzione di consapevolezza per portare gratitudine a OneParent.

Ma l’associazione è anche molto di più. Si tratta di una realtà che muove da un intento solidale, ma che è in grado di dare risposte concrete a problemi concreti. Perché va bene la comprensione, grazie al cielo esiste chi sa offrire supporto morale, ma neanche questo basta.

Associazione OneParent: affrontare la mono-genitorialità

L’associazione OneParent è una rete di genitori che non hanno accanto il proprio partner, a causa di una separazione o di un lutto o di una scelta coraggiosa.

Il gruppo si propone come un centro di riferimento utile al confronto e alla promozione di ogni sorta di iniziativa possa offrire supporto a coloro che vivono il ruolo di madre/padre senza l’aiuto dell’altro genitore. Da una parte, OneParent è un’associazione capace di sostenere emotivamente e psicologicamente coloro che, altrimenti, non avrebbero altri referenti; dall’altra, il gruppo fornisce sostegno concreto per affrontare le piccole e grandi questioni che lo status di genitore solo comporta.

OneParent e il re-ingresso nel mondo del lavoro

Un genitore che cresce da solo i propri bambini ha ben poco tempo a disposizione ed energie da centellinare, per quanto possibile. Bisogna essere in grado di assicurare ai propri figli tutto ciò di cui hanno bisogno. E indovinate? Per farlo è necessario lavorare. E tanto. Allo stesso tempo, però, un bambino ha bisogno di attenzioni, di affetto, di educazione. Di presenza. E indovinate ancora? Se sei a lavoro non puoi essere con i figli. E se sei con i figli non puoi essere a lavoro. E allora che si fa? Inizialmente, quasi in modo istintivo, la genitorialità vince sul lavoro: si resta a casa, ci si dedica a tempo pieno al mestiere più bello e faticoso del mondo. Ma questa non è una scelta che si può protrarre all’infinito perché, come vi ho già detto, i bambini hanno bisogno di amore, ma anche di risorse economiche. E allora occorre riproporsi nel mondo del lavoro. Qui ecco le nuove difficoltà. E non sono poche:

  • Rientrare nel mondo del lavoro dopo un periodo di inattività è complicato, specie se si è un genitore.
  • La mono-genitorialità è spesso vista con sospetto dai datori di lavoro: un genitore solo potrebbe richiedere permessi speciali per stare accanto ai figli, in caso di malattie, imprevisti, impegni di vario genere.
  • Conciliare le esigenze di genitore con quelle di lavoratore-trice può essere maledettamente complicato, specie se non si hanno nonni nelle vicinanze su cui ‘scaricare’ parte delle difficoltà

E potrei continuare l’elenco, ma fermiamoci qui.

L’associazione OneParent ne è perfettamente consapevole e offre servizi di assistenza pratici che aiutano il genitore a rientrare nel mondo del lavoro e a farlo in modo efficace.

Ecco come la Presidente Paola Amore racconta la sua associazione:

Siamo un gruppo di genitori, che dopo aver superato uno “tsunami” nella propria vita, vogliamo aiutare altri papà e mamme in difficoltà.

Li supportiamo e sosteniamo per affrontare la quotidianità e il futuro con un approccio diverso.

Ognuno aiuta in base alle proprie competenze e disponibilità e non ci mancano professionisti per i progetti più impegnativi o complessi.

La mia partnership con OneParent

Un po’ per gratitudine e tanto per passione, ho deciso di avviare una collaborazione con OneParent.

Mi sono detta: “Che diamine! So perfettamente quello che fanno, apprezzo da morire il loro operato e i miei servizi potrebbero rivelarsi utilissimi per madri e padri single che hanno dovuto affrontare quello che ho già affrontato io! E poi, siamo persone, siamo fatti di emozioni e di bisogni relazionali, voglio essere parte di qualcosa di bello!”.

E così, eccomi qui: ora collaboro con OneParent, propongo i servizi di coaching di carriera per chiunque abbia bisogno di rimettersi in carreggiata, dalla revisione del cv alla preparazione per colloqui di lavoro a consulenze di più ampio respiro. Insomma, mi occupo di tutto ciò che è compreso nei miei servizi di HR e che potete approfondire nella pagina dedicata: https://www.gostepup.it/consulenza-di-carriera-il-tuo-personal-trainer-per-il-lavoro/

E soprattutto, adoro l’idea di contribuire anche io a dare visibilità a un progetto meravigliosamente umano, un’iniziativa che mi fa sentire fiera di essere parte di un mondo interconnesso, nella sua accezione più dolce e positiva.

Se volete saperne di più, vi invito a visitare il sito di OneParent: http://www.associazione-oneparent.org/

I commenti sono chiusi.